Cioran definisce l’utopia come “il grottesco in rosa”, ossia come una caricatura della storia umana il cui aspetto grottesco, e dunque ridicolmente mostruoso, è determinato non da un’eccessiva presenza del male, ma da una claustrofobica onnipresenza del bene. A partire da questa provocatoria definizione, il presente volume indaga il ruolo giocato dalle utopie nella riflessione di Cioran, affrontando il paradigma della “città ideale” e del “mondo capovolto” da una prospettiva sia storico-filosofica che artistico-letteraria. Attraverso un confronto interdisciplinare con i fondatori della tradizione utopica occidentale (Platone e More) e con i critici più scettici di tale tradizione (Montaigne, Swift, De Maistre e Fondane), emerge la profonda originalità dell’interpretazione cioraniana, capace di cogliere il nesso non solo politico, ma anche religioso, tra l’illusione rivoluzionaria in un mondo perfetto e il disincanto scettico provocato dal fallimento degli ideali utopici e umanistici.
Paolo Vanini è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Si occupa principalmente del pensiero utopico e dello scetticismo nella tradizione moderna e contemporanea. Ha recentemente pubblicato diversi saggi su Emil Cioran, Thomas More e Jonathan Swift.
Project Details
Client: Paolo Vanini
Date: 21 Dicembre 2019
Online: mimesisedizioni.it/libri/filosofia/ot/cioran-e-l-utopia.html