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Immaginario e arte contemporanea: il caso Cremaster

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IMMAGINARIO E ARTE CONTEMPORANEA: IL CASO CREMASTER


Martedì 13 ottobre 2009, ore 15.30-18.00, Università di Milano-Bicocca, edificio U6, IV piano, aula Massa

Il contemporaneo ha sancito la dissoluzione dell’opera in diverse e complementari direzioni: nella direzione del sistema, nella direzione dell’artefatto o nella direzione della funzione di godimentoCremaster, ovvero il ciclo di cinque opere in formato video prodotte da Matthew Barney tra il 1996 e il 1999, le interpreta tutte: non più oggetto sacrale ma artefatto mediale che assume le stesse vesti formali della pubblicità o del cinema o dei videoclip. Non più oggetto dotato di contorni propri che si differenzia dal resto-del-mondo, ma artefatto che può e deve funzionare come parte e nodo di un sistema di comunicazione mediale, economico e istituzionale. Non più oggetto simbolico che opera una mediazione o una sublimazione, ma oggetto immaginario che si presta a una forma normalizzata o indifferente di fruizione, coerente con la funzione contemporanea del museo e della presenza artistica come spettacolo. Insomma Cremaster pare essere per eccellenza il formato-opera corrispondente allo scenario della dissoluzione dell’arte nella medialità. Di queste sue caratteristiche vorremmo discutere con studiosi di varie collocazioni disciplinari.


Presentazione di brani dell’opera e interventi di commento di:
– Andrea Bellavita (Università Cattolica, Milano)
– Giorgio Bertolotti (Università di Milano-Bicocca)
– Simona Chiodo (Politecnico di Milano, Facoltà di Disegno Industriale)
– Paolo Mottana (Università di Milano-Bicocca)
– Paolo Rosa (Studio Azzurra, Milano)



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